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Metacos

Alternativa alle protesi tradizionali di arto superiore e inferiore attraverso la tecnica dell'osseointegrazione, che consente la connessione diretta della protesi allo scheletro dei pazienti amputati utilizzando un impianto in titanio chiamato fixture.

Il progetto MeTACOs (nuove metodologie per il trattamento delle amputazioni di arto mediante osseointegrazione) nasce dalla collaborazione tra INAIL (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro), IOR (Istituti Ortopedici Rizzoli), Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e Dipartimento di Scienze Biomediche e NeuroMotorie dell'Università di Bologna. Il progetto propone un'alternativa alle protesi tradizionali di arto superiore e inferiore attraverso la tecnica dell'osseointegrazione, che consente la connessione diretta della protesi allo scheletro dei pazienti amputati utilizzando un impianto in titanio chiamato fixture.
I vantaggi sono molteplici: se da un lato il paziente ha la possibilità di indossare la protesi in modo continuativo, affidabile e del tutto confortevole, l’osseointegrazione favorisce anche la piena libertà di movimento e una migliore percezione sensoriale. Attraverso il fixture la protesi non ha un contatto diretto con la pelle, eliminando così tutte le problematiche relative all’uso dell’invasatura.

Il ruolo dell’Istituto di BioRobotica all’interno del progetto MeTACOs è quello di studiare il feedback sensoriale mediato dall’impianto osseointegrato e i relativi benefici percettivi. Recenti studi condotti all’interno del progetto europeo DeTOP (Dexterous Transradial Osseointegrated Prosthesis with neural control and sensory feedback), di cui l’Istituto è capofila, hanno dimostrato infatti che le protesi basate su un sistema stabile di fissaggio scheletrico restituiscono maggiori informazioni sensoriali attraverso le vibrazioni tattili e uditive.