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Ucraina, nove proposte concrete indirizzate a Governo e Parlamento da studiose e studiosi di Diritto Internazionale. Primo firmatario Andrea De Guttry, docente della Scuola Sant'Anna. Il testo e l'elenco di chi ha aderito

Publication date: 27.03.2022
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Nove “proposte concrete” sulla guerra in Ucraina, che vedono come primo firmatario Andrea de Guttry, professore ordinario di diritto internazionale della Scuola Superiore Sant'Anna e che in brevissimo tempo hanno già ricevuto l’adesione di oltre 100 tra docentistudiose e studiosi di diritto internazionale di più di 50 tra atenei ed enti pubblici di ricerca, sono state sottoposte all’attenzione del Governo e del Parlamento, attraverso lettere indirizzate alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberta Casellati, al presidente della Camera Roberto Fico, al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi di Maio.

“Apprezziamo molto quanto fatto sino ad ora dall’Italia sia per reagire alle decisioni russe sia per prestare aiuto ed assistenza all’Ucraina ed al suo coraggioso popolo e adesso abbiamo pensato di elaborare alcune proposte di natura tecnica: si tratta di alcune misure che potrebbero essere adottate dal Governo e di altre che potrebbero essere realizzate dal Parlamento”, si legge nella lettera per accompagnare le nove proposte, sottoscritta da Andrea de Guttry.

Di seguito il testo che presenta le nove proposte e, in allegato, i nominativi di chi ha aderito, al momento della pubblicazione della notizia. 

L’aggressione russa e il supporto fornito dalla Bielorussia agli attacchi perpetrati contro il territorio dell’Ucraina, in flagrante violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale, impongono all’Italia e a tutti gli Stati democratici ed amanti della pace, un serio impegno per contribuire alla cessazione delle ostilità e al progressivo ripristino della legalità internazionale. I sottoscritti docenti e studiosi italiani di diritto internazionale, tenuto conto delle posizioni già espresse sugli aspetti giuridici delle crisi in Ucraina, sia dalla Società Italiana di Diritto internazionale, sia da parte della sezione italiana dell’International Law Association hanno elaborato 9

proposte concrete che sottopongono al Governo ed al Parlamento per sviluppare e rafforzare l’impegno italiano, condiviso da tutte le forze politiche, nelle sedi internazionali.

Proposte indirizzate al Governo.

1. Assicurare pieno appoggio politico e diplomatico all’Ucraina in seno all’ONU, affinché l’Assemblea Generale, convocata in sessione straordinaria di emergenza, adotti quanto prima una Risoluzione di condanna degli atti di aggressione contro l’Ucraina e raccomandi agli Stati l’adozione delle misure opportune, superando così almeno in parte il blocco dell’attività del Consiglio di Sicurezza. Tra queste appare importante un richiamo dell’Assemblea Generale al dovere di non riconoscimento di acquisizioni territoriali illegittime. Inoltre, l’Assemblea Generale potrebbe istituire, come già fatto in relazione al conflitto siriano con la Risoluzione 71/248, un “Meccanismo Internazionale, Imparziale e Indipendente” per assistere nelle indagini e nella messa in stato di accusa dei responsabili dei più gravi crimini commessi in violazione del diritto internazionale.

2. Lavorare in seno alle organizzazioni regionali affinché le condotte illecite attribuibili agli Stati aggressori non rimangano senza conseguenze, procedendo ad esempio alla sospensione dei loro diritti di partecipazione agli organi decisionali, come è già avvenuto nel contesto del Consiglio d’Europa con riguardo alla Federazione Russa.

3. Adempiere scrupolosamente, tanto nei rapporti bilaterali quanto nelle sedi multilaterali, al dovere di non riconoscere la situazione di illegalità generata dagli atti di aggressione posti in essere contro l’Ucraina, con particolare riferimento alla sovranità ed all’integrità territoriale del Paese.

4. Adempiere pienamente agli obblighi che derivano dall’imposizione di sanzioni nei confronti degli Stati autori di atti di aggressione decisi nell’ambito delle organizzazioni regionali di cui fa parte (in primis l’UE).

5. Adoperarsi, anche presso gli altri Paesi dell’UE ed in seno all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, affinché sia presentata collettivamente da più Stati una denuncia formale (referral) al Procuratore della Corte penale internazionale (CPI), invitandolo a effettuare indagini sull’attuale situazione in Ucraina. L’Ucraina ha accettato, sulla base di una dichiarazione fatta nel 2015, la competenza della Corte. Tale dichiarazione conferisce alla CPI competenza su quanto accade sul territorio ucraino “a partire dal 20 aprile 2014” e “per una durata illimitata”. Tale dichiarazione è, pertanto, tutt’ora valida ed efficace. La Corte non potrà procedere per il crimine di aggressione (come stabilito dall’art. 15bis(5) dello Statuto), ma potrebbe farlo per gli altri crimini che rientrano nella sua competenza ratione materiae. Un referral presentato da una coalizione di Stati al Procuratore della CPI – che ha già annunciato la decisione di intraprendere un’indagine– consentirebbe di velocizzare notevolmente la procedura, rendendo superflua l’autorizzazione da parte della Camera preliminare della CPI.

6. Valutare l’opportunità di adottare ritorsioni nei confronti della Federazione Russa e della Bielorussia, ad esempio sul piano delle relazioni diplomatiche bilaterali. Ciò potrebbe concretizzarsi, pur senza arrivare a decisioni che pregiudicherebbero il dialogo diplomatico come l’interruzione dei rapporti, nella riduzione del personale diplomatico italiano nella Federazione Russa e in Bielorussia, o nella dichiarazione di personae non gratae di alcuni funzionari diplomatici dei due Stati accreditati nel nostro Paese.

7. Investire maggiori risorse nazionali ed europee per rafforzare la società civile dei Paesi interessati (ordini professionali, giornalisti, avvocati, attivisti, ecc.) per far emergere il pluralismo e la dialettica delle posizioni, tanto più necessari in un clima caratterizzato da censura e propaganda di guerra.

 

Proposte indirizzate al Parlamento.

8. Riprendere l’iter parlamentare volto a dare piena attuazione nell’ordinamento italiano alle fattispecie previste dallo Statuto della Corte penale internazionale, inclusi i crimini contro l’umanità e il crimine di aggressione.

9. Avviare una discussione sull’introduzione nell’ordinamento italiano della c.d. giurisdizione universale per i crimini internazionali, sulla scia di quanto fatto da altri Paesi europei.

 

Per ulteriori info: professore Andrea de Guttry, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa. Email: deguttry@santannapisa.it .

In copertina: Andrea de Guttry