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Whe are we now? Il Direttore dell’Istituto TeCIP Massimo Bergamasco organizza l’evento conclusivo della trentaduesima edizione di Romaeuropa Festival

Publication date: 11.11.2017
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Pensato e organizzato da Monique Veaute, Presidente della Fondazione Romaeuropa, insieme al Prof. Massimo Bergamasco, Direttore dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Where are we now? chiude il prossimo 2 dicembre la trentaduesima edizione di Romaeuropa Festival con un talk che vuole essere ulteriore risposta alla domanda posta da questa edizione. Lo stesso Prof. Massimo Bergamasco e il performer Stelarc, l'artista che ha fatto del suo stesso corpo una scultura cyberpunk vivente, presentano le loro ricerche attraverso un talk che cerca di delineare i tratti di questo presente che tra trans-umanesimo, super intelligenze, nuovi materiali, nuove tecnologie digitali e nuove forme di design conduce l’uomo, con il suo corpo, i suoi umori, le sue forze e le sue debolezze, verso il futuro.

Un appuntamento a ingresso libero che si terrà a Roma il 2 dicembre alle ore 17.00 al Palazzo delle esposizioni, per captare i riferimenti contemporanei utili a immaginare il futuro.

MASSIMO BERGAMASCO

Massimo Bergamasco è Professore Ordinario di Meccanica Applicata alle Macchine presso la Classe di Scienze Sperimentali della Scuola Superiore S. Anna di Pisa. Da giugno 2016 ricopre il ruolo di Direttore dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione della Scuola Sant’Anna. Nel 1991 ha fondato il laboratorio di Robotica Percettiva dove svolge attività di ricerca per lo sviluppo di sistemi robotici e interazione con Ambienti Virtuali, extenders e umani virtuali.

STELARC

Stelarc è un artista performativo che ha esplorato visivamente e amplificato acusticamente il proprio corpo, girando tre pellicole che ne filmavano l’interno. Tra il 1976 e il 1988 ha eseguito e completato 26 performance di sospensione, attraverso dei ganci uncinati alla pelle. Ha utilizzato strumenti chirurgici, prostetici, robotici, sistemi di realtà virtuale, internet e biotecnologie per la costruzione d’interfacce intime e involontarie che interagissero con il suo corpo. Oggi esplora architetture anatomiche alternative, con innesti ed estensioni per il corpo.