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  • Istituto DIRPOLIS

Da Pisa alle paralimpiadi di Tokio: Eva Ceccatelli, dipendente della Scuola Sant'Anna, è una delle atlete scelte per difendere i colori della nazionale italiana di “sitting volley”. “Così ho conciliato lavoro e passione per lo sport”

Publication date: 21.06.2021
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Da Pisa e dalla Scuola Superiore Sant'Anna alle paralimpiadi di Tokyo, per difendere i colori della nazionale italiana della squadra di “sitting volley”. Si avvicina la partenza per Eva Ceccatellidipendente della UO Ricerca dell'Area Amministrazione degli Istituti di Management, Economia e Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant'Anna, specializzata nella gestione dei progetti di ricerca internazionali finanziati dalla Commissione Europea. Grazie alla disponibilità della Direzione Generale della Scuola Superiore Sant'Anna, Eva Ceccatelli ha potuto dare risposta affermativa alla convocazione della Nazionale italiana, dopo anni passati ad allenarsi e dopo aver raccolto numerosi successi sportivi in questa disciplina, conciliando la sua passione per il “sitting volley” con gli impegni lavorativi.

La convocazione per Tokio 2020 arriva dopo una serie di successi: campionessa italiana per quattro anni consecutivivice campionessa europea e qualificata per le parolimpiadi 2020. “Ho iniziato a giocare a pallavolo - spiega Eva Ceccatelli – quando avevo 10 anni e, oggi che ne ho 47, non ho ancora smesso. Ho soltanto cambiato il modo di giocare”. Eva Ceccatelli si è avvicinata al sitting volley alla fine del 2016 per una richiesta arrivata in modo “casuale” da parte della Dream Volley Pisa, società per la quale allenava una squadra giovanile di pallavolo. “Mi è stato chiesto – continua la dipendente della Scuola Superiore Sant'Anna - di aiutare due ragazze della nazionale italiana che praticavano il ‘sitting volley’. Dopo un po' di titubanza iniziale, mi sono buttata in questa nuova avventura. Non pensavo che fosse possibile tornare a giocare – prosegue – perché la mia patologia, la sclerodermia, malattia rara autoimmune, mi ha provocato un grosso danno alle mani, per cui pensare di toccare la palla era per me impensabile”.

Dopo un confronto con la fisioterapista e grazie a tutori che le avrebbero permesso di tornare a giocare, dopo 17 anni (era il 2016) Eva Ceccatelli è tornata alla pallavolo, anzi al “sitting volley”. “Sono tornata a praticare lo sport che amo, la pallavolo”, spiega, dopo aver militato per qualche anno ad alto livello, giocando anche in squadre di serie A, e quando “si è presentata la malattia, la vita si è stravolta”. Ho lasciato lo sport, sono tornata a Pisa, la città da cui mancavo da 10 anni e mi sono dovuta reinventare del tutto: le abitudini, l’accettare di aver bisogno di aiuto, il dover cercare lavoro”. Poi, un giorno, anni fa, Eva Ceccatelli si è semplicemente seduta. “Ho scoperto il ‘sitting volley’ e ho ripreso a giocare. Tutto è tornato come prima: allenamenti, fatica, adrenalina, gioia e tanta sicurezza in più”, aggiunge.

“Il periodo più brutto della mia vita adesso è molto meno importante. Partecipare alle Olimpiadi è il sogno di ogni atleta, era il mio sogno da bambina e sta per realizzarsi. Ringrazio la mia forza di volontà, la famiglia e soprattutto la Scuola Superiore Sant’Anna che lo ha reso possibile e che mi ha sempre sostenuto e incoraggiato”.