Mozione del Senato Accademico della Scuola Sant'Anna, approvata nella seduta di giovedì 12 dicembre 2024, sul taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario per gli Atenei e sulla "Riforma Bernini", nell'ambito del preruolo

Il Senato Accademico della Scuola Superiore Sant'Anna, nella seduta di giovedì 12 dicembre 2024, ha approvato la seguente mozione sul taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario per gli Atenei e sulla "Riforma Bernini", nell'ambito del preruolo.
"Negli ultimi mesi il Governo ha annunciato un duplice intervento nei confronti dell’Università che, come personale precario della Scuola (dottorandi/e, assegnisti/e), riteniamo estremamente preoccupante e non in linea con l’idea di funzione pubblica della ricerca e della didattica che la Scuola porta avanti a servizio della società tutta.
Da un lato, è stato deciso, con il d.m. n. 1170 del 7 agosto 2024 e relativi documenti collegati, inclusa la legge Finanziaria, un taglio ai finanziamenti ordinari delle Università italiane di oltre mezzo miliardo di euro, che si inserisce in un contesto di già grave sottofinanziamento e generalizzata carenza di organico in cui versa l’accademia italiana, considerando che la spesa pubblica per l’università e la ricerca si attesta attualmente a livelli nettamente inferiori rispetto alla media OCSE. L’Italia ha visto praticamente invariato il rapporto tra spesa per la ricerca e PIL dal 2013 al 2023 (1,3%), mentre, ad esempio, la Germania è passata dal 2,8% al 3,1%, e rimane, comunque, uno dei paesi con i minori investimenti dedicati alla ricerca a livello europeo.
Al contempo, in Italia è in discussione una riforma del pre-ruolo (Disegno di legge. A.S. 1240, “disposizioni in materia di valorizzazione e promozione della ricerca”, cd. Riforma Bernini) che moltiplica le forme contrattuali per il personale non strutturato, introducendo nuove figure (borse di assistenza alla ricerca junior e senior, contratto post-doc, e contratto da professore(ssa) aggiunto/a), tutte a tempo determinato, peggiorative rispetto alle figure preesistenti e per la maggior parte retribuite attraverso borse prive delle tutele previste dai contratti di lavoro subordinato.
La combinazione di tagli, la riforma del pre-ruolo e l’esaurimento dei fondi PNRR nel 2026 renderebbe ancora più lungo, incerto e oneroso il percorso professionale del personale precario della ricerca, in un contesto pre-riforma dove già più del 90% dei/delle precari(e) rischiava di essere espulso dal sistema.
Gli effetti negativi di questi interventi non sono circoscritti alle condizioni di vita e di lavoro del personale precario, ma avrebbero ricadute sul sistema universitario nel suo complesso. rendendo i processi di reclutamento un percorso a ostacoli, in cui le disuguaglianze di risorse tra atenei e dipartimenti giocheranno un ruolo centrale. In questo contesto, la riduzione dell’FFO può pregiudicare la capacità degli Atenei di perseguire i propri scopi in quanto istituzioni pubbliche, nonché, anche in presenza della capacità di attrarre fondi esterni, gli Atenei vedrebbero ridotta la possibilità di reclutare personale a tempo indeterminato.
Di conseguenza, la qualità di ricerca e didattica, le condizioni di lavoro dell’intero personale accademico e le possibilità di formazione per studentesse e studenti non potranno che peggiorare.
Considerati gli elementi richiamati, il Senato delibera quanto segue:
Il Senato accademico esprime netta contrarietà ai tagli per il settore universitario previsti dal decreto ministeriale 1170 del 7 agosto 2024 e forte preoccupazione per l’aumento di precarizzazione che seguirebbe all’approvazione del disegno di legge 1240 del 20 settembre 2024 (la cosiddetta ‘riforma del pre-ruolo universitario’).
Il Senato accademico auspica che il Governo adotti i provvedimenti necessari da un punto di vista normativo e finanziario ad invertire la tendenza alla precarizzazione e al sottofinanziamento delle Università italiane. In questo senso, il Senato Accademico esprime solidarietà alle mobilitazioni del mondo universitario in opposizione a queste manovre, a partire da quelle del personale precario.
Il Senato accademico invita dunque la Rettrice a farsi portavoce dell’istanza di protesta che arriva dalla comunità universitaria nelle varie sedi pubbliche e negli organi di cui fa parte, a partire dalla CRUI, e dagli “Stati Generali dell’Università” da questa organizzati per il 19 e 20 dicembre a Roma, e dispone la pubblicazione della presente mozione sul sito della Scuola.
Il Senato accademico si impegna a monitorare periodicamente l’utilizzo e la distribuzione di contratti e di borse di ricerca, con l’obiettivo di identificare e proporre azioni volte al superamento o al miglioramento delle condizioni di precarietà.
Il Senato accademico ribadisce il proprio impegno a migliorare le condizioni di lavoro per il personale di ricerca precario, adottando misure volte ad assicurare a ogni lavoratore e lavoratrice “una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa” come da dettato costituzionale (art. 36)".