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  • Istituto di Scienze della Vita

Covid-19, tempeste di virus prevedibili come quelle meteo: in studio coordinato da Roberto Buizza, fisico dell’Istituto di Scienze della Vita del Sant’Anna, pubblicato sul Journal of Translational Medicine, la proposta di un centro per prevedere epidemie

Data pubblicazione: 12.03.2021
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Prevedere le “tempeste di virus” come avviene da qualche decennio con nubifragi e tornado, al punto da istituire un Centro internazionale per le previsioni sulla salute che permetta di capire quando una nuova epidemia sta per emergere e l'impatto che potrà avere. E’ la proposta lanciata sul Journal of Translational Medicine dal fisico Roberto Buizza, docente dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna, con lo statistico Enrico Capobianco dell'Università di Miami, il fisico Pier Francesco Moretti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e l'epidemiologo ambientale Paolo Vineis dell'Imperial College di Londra.

“Proponiamo di istituire un Centro di previsioni sulla salute il cui compito sia generare previsioni probabilistiche, basate sulla conoscenza e affidabili, che dovrebbe avere portata globale, per aiutarci a gestire rischi globali connessi alla salute. Come sta accadendo per la pandemia di Covid-19", scrivono i ricercatori. Una proposta, rilevano, che potrebbe essere lanciata dall'Unione Europea con un finanziamento dedicato, o meglio ancora da un consorzio globale. "L'aspetto probabilistico è fondamentale sia nelle ricerche sulla pandemia, sia nel dibattito in corso sui vaccini anti Covid", dice Roberto Buizza in un’intervista rilasciata all’agenzia ANSA.

“Ogni volta che abbiamo a che fare con problemi complessi non possiamo mai avere delle certezze - prosegue Roberto Buizza - e l'attuale dibattito sui vaccini è un esempio molto chiaro”. Quello che la ricerca può fare, prosegue il fisico dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna, è “stimare al meglio come un sistema complessa possa evolvere, i risultati che ci aspettiamo, che siano previsioni meteo o previsioni relative all'andamento dell'epidemia”.

Secondo Roberto Buizza “l'incertezza non deve essere nascosta, ma deve essere stimata e gestita” e “il modo migliore per stimarla è seguire un approccio probabilistico, come si fa quando si prevedono gli uragani (e si stima il cono di rischio maggiore) o per il clima futuro. Un approccio che ci permetta di stimare la probabilità di possibili scenari futuri”.

Un obiettivo, questo, che un Centro internazionale di previsioni della salute permetterebbe di raggiungere. Uno dei problemi che un tale centro aiuterebbe a risolvere, prosegue Roberto Buizza, è che “è molto difficile confrontare i numeri di infetti e morti nei diversi Paesi perché ci sono standard diversi di misura. Poiché la pandemia è problema globale, vanno definiti degli standard di misura: dobbiamo sapere che cosa stiamo misurando e farlo tutti con lo stesso metodo”.

E' accaduto proprio questo in meteorologia negli anni '70 e '80, quando si sono introdotti degli standard nelle previsioni meteo che hanno permesso di avere un'immagine globale più accurata, ed è così che si è passati da previsioni di qualità a 2-3 giorni alle attuali a 1-2 settimane. “Avere standard comuni e protocolli per poter scambiare osservazioni in tempo reale è cruciale per misurare lo stato del sistema in un momento preciso - osserva Roberto Buizza - o per riuscire a prevedere, per esempio, che cosa potrebbe accadere aprendo o chiudendo le scuole, o vaccinando il 25% o 50% della popolazione”.