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Giornata internazionale della pace: dalla guerra in Ucraina all’impegno della Scuola Sant’Anna per un mondo più equo e solidale nell’intervento di Emanuele Sommario, direttore del Master in Human Rights and Conflict Management ​​​​​​​

Data pubblicazione: 20.09.2022
Emanuele Sommario
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In occasione della Giornata internazionale della pace, che si celebra ogni anno il 21 settembre, il Sant’Anna Magazine ospita questo intervento di Emanuele Sommario, docente di Diritto Internazionale e direttore del Master universitario di primo livello in Human Rights and Conflict Management.

di Emanuele Sommario

“Ogni anno il 21 settembre si celebra la Giornata mondiale della pace. La ricorrenza è stata introdotta nel 1981 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel tentativo di rafforzare gli ideali di pace e di fratellanza fra i popoli. In questo giorno tutti i conflitti attivi dovrebbero interrompersi e lasciare spazio a momenti di tregua e a tentativi di risoluzione pacifica delle controversie. Mai come quest’anno avremmo bisogno che questo auspicio si avverasse, a più di sei mesi dallo scoppio della guerra in Ucraìna, che ha riportato in Europa drammi che speravamo di non rivivere più. Ci ha però anche ricordato che la tragedia della guerra ci colpisce solo quando ci riguarda da vicino. Il rapporto annuale dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ci ricorda che nel 2021 si sono registrati 46 conflitti nel mondo, oltre la metà dei quali combattuti in Africa. Le perdite umane sono state oltre 150.000. Eppure l’attenzione e le risorse che i paesi occidentali dedicano a queste realtà sono risibili”.

“La Scuola Superiore Sant’Anna si è impegnata, negli ultimi 30 anni, per cambiare questo stato di cose. Inizialmente attraverso i corsi brevi dell’International Training Programme for Conflict Management, e poi con corsi curriculari quali il Master in Human Rights and Conflict Management (MHRCM), la Laurea Magistrale in International Security Studies e il PhD in Human Rights and Global Politics, la Scuola Superiore Sant’Anna ha posto al centro dell’attenzione i temi della prevenzione, della gestione e della risoluzione del conflitto. Lo ha fatto abbracciando – nella ricerca come nella didattica - un concetto di pace che va oltre la semplice “assenza di guerra” e prevede invece la realizzazione di società inclusive, nelle quali i diritti di ogni individuo siano rispettati, e che mirino all’eliminazione di qualsiasi forma di violenza e discriminazione”.

“Negli ultimi anni, da direttore del Master in Human Rights and Conflict Management (MHRCM) ho avuto modo di seguire il percorso di decine di studentesse e di studenti in arrivo da tutti i continenti. Si tratta di ragazze e ragazzi (ma a volte anche di professionisti) arrivati alla Scuola Superiore Sant’Anna con la consapevolezza di poter apprendere le nozioni teoriche e pratiche necessarie per operare in maniera efficace nei settori del peace-keeeping e del peace-building, della promozione dei diritti umani, dell’assistenza umanitaria e della cooperazione allo sviluppo. Molti di loro provengono (o troveranno occupazione) proprio in paesi afflitti da conflitti cronici, e cercheranno di dare il proprio contributo alla realizzazione di una pace duratura e rispettosa dei diritti di tutte le parti coinvolte. Ci piace pensare che il loro apporto sarà, in qualche modo, l’apporto della Scuola Superiore Sant’Anna a un mondo più equo e solidale, e più in linea con gli ideali celebrati in questa giornata mondiale della pace”.