Rosmarino: la siccità controllata aumenta la resa e la qualità di olio essenziale. I risultati della sperimentazione condotta in Sicilia nell'ambito di un progetto che vede tra i partner la Scuola Sant'Anna
Il fenomeno può incrementare sino al 30 per cento la resa di olio essenziale rendendo questa pianta una candidata ideale per valorizzare terreni agricoli marginali e con limitata disponibilità idrica
La siccità controllata può aumentare sino al 30 per cento la resa di olio essenziale del rosmarino rendendo questa pianta una candidata ideale per la valorizzazione di terreni agricoli marginali e con limitata disponibilità idrica. Il risultato viene da uno studio realizzato dall’Università di Pisa, dall’Istituto Nazionale di Ottica INO-CNR Pisa, dalla Scuola Superiore Sant’Anna (Istituto di Scienze delle Piante) e dall’Università degli Studi di Catania pubblicato sulla rivista Industrial Crops and Products. Le sperimentazioni sono state condotte in Sicilia, in aziende agricole della provincia di Ragusa, tra l’autunno del 2022 e la primavera del 2023.
“Il rosmarino (Salvia rosmarinus Spenn.) è una pianta medicinale e aromatica autoctona del mediterraneo che produce oli essenziali noti per le loro proprietà antimicrobiche, antiossidanti, antitumorali e antinfiammatorie – spiega Celia Duce, docente del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa - e quando sottoposto a condizioni di stress, in particolare stress abiotici, come la siccità, intensifica la produzione di oli essenziali come meccanismo difensivo".
Le sperimentazioni sono state pianificate insieme agli agricoltori, i quali hanno scelto i campi da destinare alle sperimentazioni e le varietà di rosmarino da utilizzare. Sono state testate due diverse varietà di rosmarino, la ‘Tuscan blue’ e la ‘Barbecue’. Lo stress idrico è stato applicato per tre settimane prima della raccolta ovvero durante il periodo balsamico autunnale e primaverile, una fase cruciale in cui la sintesi e concentrazione degli oli essenziali raggiungono il picco.
Il risultato è stato un aumento della resa sino al 30% nelle piante della varietà ‘Tuscan blue’ coltivate in un’azienda del comune di Scicli, in Sicilia. Lo stress idrico ha inoltre modificato in modo significativo la composizione chimica degli oli essenziali, cambiamenti cruciali per l'industria, poiché possono migliorare il profilo aromatico e le proprietà bioattive.
“Lo studio è parte di un progetto più ampio chiamato InSole - Innovazioni agronomiche e tecnologiche per la coltivazione sostenibile di piante officinali e la produzione di Oli essenziali di qualità - conclude Federico Leoni, assegnista di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna - finanziato dalla sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2022, il cui obiettivo è creare una filiera sostenibile per la produzione di oli essenziali in Sicilia, supportando gli agricoltori nell'adozione di pratiche agricole che ottimizzano l'uso delle risorse, in particolare l'acqua. L'idea principale è che tramite l’applicazione di uno stress idrico moderato in prossimità al periodo balsamico possa aumentare la concentrazione e la qualità degli oli essenziali nel rosmarino, senza compromettere in modo significativo la resa in biomassa”.
Il link allo studio scientifico è disponibile QUI.