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Giustizia intergenerazionale e sostenibilità etica nel quadro dello sviluppo delle reti di trasmissione energetica (GIUSTINT)

Il progetto “Giustizia intergenerazionale e sostenibilità etica nel quadro dello sviluppo delle reti di trasmissione energetica (GIUSTINT)” si propone di proseguire ed ampliare un primo rapporto di collaborazione scientifica intrapresa tra l’Area di Ricerca in Etica pubblica dell’Istituto DIRPOLIS della Scuola Superiore Sant’Anna e RSE s.p.a., raccolto nel titolo “Le diverse declinazioni del concetto di giustizia nelle procedure di pianificazione e autorizzazione delle infrastrutture elettriche” (GIUSTEL).

Il nuovo progetto di collaborazione intende proseguire il precedente, sviluppandolo lungo quattro differenti ma strutturalmente coordinate direzioni, qui di seguito identificate in forma sintetica.

  1. Specifica attenzione sarà innanzitutto dedicata al tema della giustizia intergenerazionale. Si intende in questo primo ambito concentrarsi su modelli e pratiche di giustizia tra le generazioni, cercando di analizzare criticamente come principi cardine di uguaglianza, reciprocità e distributività siano contemplabili in un fruttuoso dialogo tra stakeholder presenti e potenziali interlocutori futuri in relazione all’evoluzione e allo sviluppo delle reti di trasmissione. Una specifica attenzione, nel contesto di un dibattito internazionale rapidamente evolventesi sul tema, sarà dedicata all’inquadramento e articolazione della categoria e prospettiva teorica della c.d. energy justice.
  2. In secondo luogo – quale primo ambito di approfondimento specifico – il progetto si soffermerà sul nesso tra giustizia e vulnerabilità. Tale nesso intende richiamare, per un verso, l’intero ambito dei vulnerability studies (ovvero gli studi dedicati a politiche e diritti pensati per specifiche categorie di soggetti “deboli”, ovvero bambini, disabili, anziani), cercando di comprendere se esiste una specifica connessione tra vulnerabilità “naturali” e vulnerabilità “tecnologicamente indotte” – e specificamente attraverso l’installazione di reti di trasmissione energetica. Si tratta, in quest’ultimo caso, di possibili limitazioni / danni per specifiche categorie di soggetti che vivono in aree limitrofe a quelle interessate dalle installazioni di reti di trasmissioni. Ci si propone di intersecare livello teorico e casi di studio, già rientranti nel precedente progetto GIUSTEL ovvero individuati ad hoc.
  3. Il terzo ambito di riflessione riguarda ciò che si vorrebbe identificare come la trasformazione dell’immaginario sociale. Si tratta di concepire una modalità innovativa di strutturazione e fruizione dei luoghi oggetto di installazioni di reti di trasmissione e delle aree vaste ad essi immediatamente vicini, elaborando un’analisi che andrà necessariamente ad intersecare dati fisici e geografici, demici e urbanistico-paesaggistici a rilevazioni sociali e immaginali (relative cioè sia alla storia che alla prospettiva di fruizione dei luoghi interessati). Si tratta, in termini complessivi, di realizzare indicatori in grado di rendere conto della (auspicabilmente fruttuosa) interazione tra elemento “naturale”, elemento “umano” ed elemento “tecnologico” o artificiale, anche in considerazione di progetti prevedibili o in corso di implementazione e al fine di offrire ulteriori elementi valutativi agli stakeholder e soggetti (pubblici e privati) in esso direttamente o indirettamente interessati.
  4. In ultimo, ma non da ultimo, la ricerca qui proposta si occuperà di indagare la possibilità e tenuta del nesso tra danno e sua “compensazione etica”. Ci si propone fondamentalmente di indagare la sostenibilità teorica di forme di compensazione del danno da installazione di rete di trasmissione ulteriori e potenzialmente innovative rispetto agli approcci più tradizionali come CBA o LCA, ecc. Nello specifico, ci si propone di proporre forme di compensazione e riabilitazione da forme di “danno” reale o percepito, presente o prevedibile, topico o meta-topico (ovvero legato al singolo luogo / ad una molteplicità di luoghi tra loro connessi). Particolare attenzione sarà inoltre offerta ai diversi modelli di “monetizzazione” del danno, cercando di comprenderne le differenti implicazioni etiche per i soggetti direttamente interessati, per un verso, e per quelli solo potenzialmente interessati, per l’altro, lungo la determinazione di “cerchi concentrici” di effettualità decrescente – appunto reale o percepita – del danno medesimo.