Il COVID-19 è emerso alla fine del 2019 e si è rapidamente evoluto in una crisi sanitaria globale. I governi hanno attuato diverse misure per contenere la trasmissione del virus, tra cui misure di allontanamento sociale, restrizioni alla possibilità di sportarsi e lockdown particolarmente stringenti. La natura senza precedenti della minaccia ha portato le autorità nazionali a adottare strategie di risposta che non sempre sono state ottimali. Le reazioni inadeguate degli Stati sono state attribuite anche alle lacune e alle incertezze degli attuali quadri normativi.

La pandemia ha reso evidente che essere preparati da un punto di vista giuridico (sia a livello globale, che regionale e nazionale) diventa di estrema importanza in questo tipo di situazioni. Il concetto di legal preparedness si basa sull'idea che il diritto sia uno strumento essenziale per migliorare la salute pubblica, strumento che diventa ancora più rilevante in situazioni emergenziali. Tuttavia, la funzione della legal preparedness è stata piuttosto sottovalutata fino ad oggi.
È sulla base di queste considerazioni che è nato il progetto “Health Emergencies and Legal Preparedness: Global, Regional and National Approaches” (HELP). L’obiettivo dello studio è quello di rispondere alla seguente domanda: come può la legal preparedness migliorare le politiche e le attività per prevenire e affrontare le emergenze di salute pubblica? Il progetto è guidato dall'intenzione di supportare il perseguimento degli obiettivi in materia di salute derivanti dal Next Generation EU (ad esempio il programma EU4Health) e dal PNRR italiano (Missione 6 "Salute").

Il progetto HELP si propone di chiarire il concetto di legal preparedness nell’ambito della sua applicazione ad emergenze di salute pubblica, di analizzare gli obblighi internazionali ed europei in materia di diritti umani che vengono in rilievo a riguardo, ed esaminare la capacità dell'Italia in questo contesto, anche al fine di favorire la sua abilità di dare un contributo significativo nelle sedi sovranazionali. Inoltre, il progetto dedicherà un focus particolare ai meccanismi di cooperazione UE-Unione Africana.
Il progetto di ricerca è sviluppato dalla Scuola Superiore Sant'Anna e dall'Università di Bologna. In particolare, l'unità di ricerca della Scuola Sant'Anna è composta da membri del personale dell'Istituto di Diritto, Politica e Sviluppo (DIRPOLIS), mentre l'unità di ricerca dell'Università di Bologna è composta da membri del team di Diritto dell'UE del Dipartimento di Studi Giuridici.

I risultati di questo lavoro si concretizzeranno in una serie di pubblicazioni accademiche. Il progetto ha avuto il suo kick-off meeting ad ottobre 2023 con una sessione di un’intera giornata in cui hanno partecipato i ricercatori del Sant'Anna e dell'Università di Bologna, nonché esperti esterni potenzialmente interessati ad essere associati al progetto. Durante l'incontro sono stati discussi gli aspetti chiave dello studio e i primi passi da compiere. Nel 2025 si terrà un evento finale in cui saranno presentati i principali risultati del progetto.