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  • Istituto di Produzioni Vegetali

L'impronta idrica come strumento di adattamento alla crisi climatica: le soluzioni proposte dalla Scuola Sant’Anna al Forum di Legambiente con l’intervento del ricercatore Rudy Rossetto sulle tecniche di ricarica delle falde in condizioni controllate

Data pubblicazione: 08.11.2022
siccità
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Più di di 33 miliardi di metri cubi di acqua consumati in Italia ogni anno e 130 miliardi relativi all’impronta idrica europea. Questi i dati protagonisti della discussione del IV Forum Acqua dal titolo "L'impronta idrica come strumento di adattamento alla crisi climatica", organizzato da Legambiente, in collaborazione con Utilitalia e con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica e della Regione Lazio. L’evento, che si è svolto di recente, ha visto la partecipazione di rappresentanti di istituzioni nazionali pubbliche e private e delle Università per proporre soluzioni alle crisi idriche ricorrenti, come la siccità che ha colpito il nostro paese nel 2022.

Tra gli obiettivi principali della discussione: rendere il consumatore più consapevole circa il proprio consumo di acqua e proporre alcune possibili soluzioni per mitigare gli effetti del cambiamento climatico in relazione ai problemi idrici. Circa quest’ultimo punto Rudy Rossetto, ricercatore del Centro di Ricerca Produzioni Vegetali della Scuola Superiore Sant’Anna, ha illustrato una relazione sulle tecniche di ricarica delle falde in condizioni controllate sulla base dei risultati del progetto EU H2020 MARSOLUT. L’intervento evidenzia il potenziale contributo delle metodologie di ricarica basate su soluzioni naturali (nature-based solutionsnell'affrontare la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici.