Dagli scarti biologici e alimentari e dai residui urbani nascono fertilizzanti per un’agricoltura sostenibile. Al via il progetto NUSYC coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna

Come affrontare sfide cruciali come la scarsità di risorse, la gestione dei rifiuti e l’efficienza d’uso del suolo in contesti urbani? Nuove soluzioni per la produzione alimentare urbana, attraverso il riutilizzo di residui agricoli, scarti alimentari e urina umana trattata, arrivano con il Progetto NUSYC “Novel Urban cultivation SYstems enforcing green and Circular economy”. Il primo atto ufficiale del progetto è il kick-off meeting, in programma presso la Scuola Superiore Sant'Anna lunedì 21 luglio.
Il progetto NUSYC, finanziato dal programma PRIMA-MED sulla tematica “Valorizzare i sistemi alimentari urbani e locali per la trasformazione dei sistemi alimentari sostenibili” è coordinato da Antonio Ferrante, docente di Orticoltura e floricoltura dell’Istituto di Produzioni Vegetali della Scuola Superiore Sant’Anna. Partner del progetto l’Università della Campania “L. Vanvitelli”, MEG srl (PMI italiana), l’Université 8 Mai 1945 Guelma (Algeria), l’École Nationale d'Ingénieurs de Sfax (Tunisia) e la Dokuz Eylul University (Turchia).
Il progetto mira a sviluppare soluzioni innovative per la produzione alimentare urbana riutilizzando residui e scarti convertendoli in ammendanti, sostanze che migliorano le caratteristiche del terreno, e fertilizzanti per la coltivazione orticola, integrando obiettivi di sostenibilità e principi di economia circolare.
Il sistema di coltivazione proposto utilizza tecnologie innovative per massimizzare l’efficienza delle risorse. L’urina umana, ricca di azoto, fosforo e potassio, insieme ai residui della manutenzione del verde urbano e agli scarti alimentari, viene raccolta e trasformata in fertilizzanti ricchi di nutrienti (tramite trattamenti con batteri diluiti e/o nitrificanti), idrochar o compost, a supporto dell’agricoltura urbana. Questo approccio riduce la dipendenza da prodotti di sintesi e substrati di coltivazione, limita la perdita di nutrienti e contribuisce ad aumentare le rese produttive.
Attraverso il recupero di questi materiali, il sistema chiude il ciclo dei nutrienti, promuovendo la circolarità e contribuendo alla transizione verso una green economy, con minori emissioni di gas serra, ridotto consumo idrico e minore produzione di rifiuti.
Infine, NUSYC incoraggia il coinvolgimento attivo delle comunità locali mediante approcci partecipativi alla produzione alimentare, rafforzando così la resilienza urbana e la coesione sociale.