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Un algoritmo prevede i cambi di gruppo dei parlamentari. Dalla combinazione tra intelligenza artificiale e open data una metodologia per lo studio dei comportamenti della classe politica

Lo studio della Scuola Superiore Sant’Anna ha indagato la relazione esistente tra le votazioni espresse all’interno della Camera dei deputati e le dinamiche di cambiamento di gruppo parlamentare nelle ultime due legislature
Data pubblicazione: 15.06.2023
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Quali sono i fattori che hanno spinto quasi un deputato su tre a cambiare gruppo parlamentare negli ultimi 10 anni? Ed è possibile prevedere in anticipo se un parlamentare sta per uscire dal suo gruppo?
Uno studio pubblicato sulla rivista iScience ha sviluppato un algoritmo che, analizzando le votazioni passate, è in grado di stimare la probabilità che un deputato cambi gruppo parlamentare. La ricerca nasce dalla collaborazione tra due Istituti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Istituto di BioRobotica e l’Istituto Dirpolis, e ha coinvolto un team multidisciplinare di studiosi: il prof. Silvestro Micera, il ricercatore Alberto Mazzoni e lo studente PhD Nicolò Meneghetti per l’Istituto di BioRobotica; il prof. Emanuele Rossi, la prof.ssa Francesca Biondi Dal Monte e il ricercatore affiliato Fabio Pacini per l’Istituto Dirpolis.


Intelligenza artificiale…

Lo studio della Scuola Superiore Sant’Anna ha indagato la relazione esistente tra le votazioni espresse all’interno della Camera dei Deputati e le dinamiche di cambiamento di gruppo parlamentare nelle ultime due legislature (quelle del 2013-2018 e del 2018-2022). La ricerca si fonda sulla combinazione di due ‘ingredienti’: gli algoritmi di apprendimento automatico e la possibilità di allenarli e testarli sui dati delle votazioni espresse nella Camera dei Deputati, che sono oggi di pubblico dominio grazie alla sua piattaforma di pubblicazione e condivisione di Linked Open Data.

L’algoritmo è stato in grado di distinguere con buona accuratezza tra i deputati in procinto di cambiare gruppo e coloro che vi resteranno. In particolar modo l’algoritmo ha evidenziato due elementi che predicono con molte settimane di anticipo l’uscita dal gruppo parlamentare: la maggior inclinazione a partecipare a votazioni segrete rispetto ai colleghi e il livello di concordanza tra le votazioni del deputato e quelle della maggioranza del gruppo di appartenenza, poiché il deputato tende a votare progressivamente meno in linea con la posizione del gruppo che sta per abbandonare.
Il fatto stesso che il cambio di gruppo risulti prevedibile induce a ritenere che non si tratti in molti casi di un fenomeno improvviso ma sia piuttosto il frutto di un progressivo percorso di distacco dalle posizioni del proprio gruppo.


… e Open Data

Questo lavoro è stato possibile grazie alla crescente disponibilità di open data sui siti istituzionali delle Camere. In generale, già da diversi anni, sui siti istituzionali della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, sono disponibili numerose informazioni sull’attività dei parlamentari, sui disegni di legge presentati, sugli emendamenti, sulle votazioni e sulle discussioni, dati molto utili per conoscere meglio l’attività dei nostri rappresentanti. Ciò ha permesso un utilizzo di questi dati a fini scientifici e la possibilità di elaborare in chiave interdisciplinare una metodologia di analisi delle votazioni della Camera dei Deputati che ha permesso di conoscere meglio alcune tendenze delle ultime legislature e del sistema parlamentare.

“Sebbene la politica abbia criteri e modalità di azione specifici e quasi del tutto propri – spiega Emanuele Rossi, ordinario di Diritto costituzionale alla Scuola Sant’Anna, “in alcune circostanze si può constatare che l’utilizzo di metodologie scientifiche apparentemente assai distanti da essa possono contribuire ad analizzare e a prevedere i comportamenti della classe politica, con possibili applicazioni che sono a tutti evidenti”.

“Sono particolarmente contento dei risultati ottenuti in questo studio – commenta Silvestro Micera, ordinario di Bioingegneria Elettronica alla Scuola Sant’Anna - Si confermano ancora una volta le potenzialità scientifiche connesse con la natura fortemente multi-disciplinare delle attività di ricerca della Scuola. L’uso combinato di “open data” e intelligenza artificiale ha e avrà sempre di più un grosso impatto anche nelle scienze sociali”.