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  • Istituto di Scienze della Vita

“Fridays for Future”, studenti di tutto il mondo contro il “climate change”: In esclusiva l’intervento di Roberto Buizza, coordinatore del centro federato con Normale e IUSS sulla climatologia. 10 punti per agire subito

Data pubblicazione: 04.03.2019
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F4F, ovvero “Fridays for Future” è lo slogan della giornata di mobilitazione degli studenti di tutto il mondo, in programma venerdì 15 marzo 2019, che hanno aderito all’appello di Greta Thunberg, sedicenne svedese che ha invitato governi e istituzioni di tutto il mondo ad agire in maniera concreta con celerità contro il cambiamento climatico. Il suo messaggio è diventato virale ed è stato accolto da alcuni dei più importanti scienziati, come Roberto Buizza, docente di fisica all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna e coordinatore del centro federato con Scuola Normale Superiore e Scuola IUSS di Pavia per la climatologia.

Roberto Buizza è l’autore dell’intervento, pubblicato in esclusiva sul Sant’Anna Magazine, dove presenta 10 considerazioni sul “climate change”. Dati, fatti, approfondimenti per capire come il cambiamento climatico coinvolga tutte le persone e come tutte le persone, nel loro piccolo, siano chiamate ad agire.   

 

di Roberto Buizza (*)

15 marzo 2019 è un occasione per pensare al problema dei cambiamenti climatici, per fermarsi e chiarirsi alcuni punti fondamentali, e per chiedersi quale futuro vogliamo per noi, e le prossime generazioni. Come donne/uomini di cultura e scienza, penso sia importante avere una visione oggettiva e il più possibile fondata sui fatti, dello stato del sistema Terra, e delle proiezioni future. Questo implica riconoscere anche le incertezze che tutt’ora esistono, ma che non giustificano negare l’esistenza del problema, o il posporre azioni che possano ridurre le emissioni di gas serra.

Allego quindi alcuni spunti di riflessione, basati sulle osservazioni degli anni passati, sulla fisica del sistema Terra, su simulazioni numeriche che ci aiutano a ricostruire il passato e a stimare il futuro. Includo anche links a web sites dove potete fare approfondimenti.

1. Le concentrazioni dei gas-serra [tra cui anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O)] continuano a crescere. Le osservazioni mostrano che tali concentrazioni continuano a crescere dall’inizio del 1900. Tale aumento è  legato allo sviluppo economico, all’aumento della produzione energetica ed al trasporto, allo sviluppo dell’agricoltura e degli allevamenti animali. l livelli di CO2 negli ultimi 22,000 erano sempre rimasti al di sotto del livello pre-industriale di 270 parti per milione, mentre oggi siamo a livelli al di sopra di 400 ppm. Dati da carotaggi di ghiaccio indicano che nei passati 800,000 anni il livello di concentrazione di CO2 è sempre stato sotto il livello pre-industriale di 270 ppm. Per ulteriori informazioni, suggerisco di partire da:

2. La temperatura media globale continua a salire. Il 2018 è risultato il quarto anno più caldo, in termini di temperatura media globale. Il gennaio 2019 è risultato il mese più caldo mai registrato in Australia. Globalmente, la temperatura media in gennaio 2019 è stata di circa 1.1 grado più calda che nel 1900. Per ulteriori informazioni/dati, suggerisco:

3. I danni legati ad eventi estremi, quali incendi, alluvioni, uragani, continuano a crescere. Nel 2018, ad esempio, incendi in California hanno causato danno per circa 24 miliardi di dollari, l’uragano Mitchell ha causato danni in Florida di circa 25 miliardi di dollari, e l’uragano Florence ha causato danni per circa 24 miliardi di dollari. Per più informazioni/dati, vedi il web site di NOAA:

4. È un problema globale: tutti i noi contribuiamo alla continua crescita della concentrazione dei gas serra. US, Australia, Canada sono stati i paesi con le emissioni per capita più alte, seguiti dai paesi Europei. Tutti siamo coinvolti, e questo è uno dei motivi per cui il problema è globale e complesso. Per maggiori informazioni/dati, suggerisco:

5. ‘Industry 5.0 = industry 4.0 minus CO2’ - Occorre pensare ad una nuova rivoluzione industriale. La complessità del problema è legata anche al fatto che quasi tutte le attività umane producono gas serra. Ad esempio, nel 2010 il 25% delle emissioni di CO2 sono state causate dalla produzione di elettricità e per riscaldamento e/o condizionamento, il 14% dal trasporto, il 21% da attività industriali. Se si vuole affrontare il problema seriamente, occorre trasformare tutte le attività umane. Occorre pensare ad una nuova rivoluzione industriale , quella che io chiamo ‘industry 5.0=4.0-CO2’, cioè industry 4.0 ma con de-carbonizzazione. che abbia come uno degli scopi principali la de-carbonizzazione (in senso lato) delle attività umane, che porti ad un cambiamento strutturale di come viviamo, del sistema economico e produttivo. Per maggiori informazioni/dati, suggerisco:

6. Le attività antropogeniche sono la sorgente principale dell’aumento dei gas serra – Studi vari, tra cui quelli inclusi nel rapporto IPCC del 2014, mostrano le variazioni della temperatura legate a attività antropogeniche, forcing naturali o a variabilità naturale del sistema terra. Tenendo conto anche dell’incertezza delle varie stime, il riscaldamento globale che si osserva può essere spiegato solo dagli effetti antropogenici, i particolare dall’aumento dei gas serra. Per maggiori informazioni/dati, suggerisco:

7. Il problema va affrontato urgentemente perché’ milioni di persone subiscono, e sempre più subiranno l’impatto dei cambiamenti climatici -  I cambiamenti climatici stanno accadendo ad un pianeta Terra che non ha mai visto livelli di popolazione cosi alti (siamo circa 7.5 miliardi). Questo vuol dire che cambiamenti climatici come l’innalzamento dei livelli del mare hanno impatto sulla vita di centinaia di milioni di persone. Persone che per sfuggire a situazioni climaticamente estreme (alluvioni, o ondate di calore che causano siccità e carestie) migrano, causando stress economici e socio-politici sulle popolazioni vicine, e in alcuni casi guerre. Questo è un ulteriore elemento fondamentale da tenere presente quando si pensa se sia o no necessario cercare di limitare gli effetti dei cambiamenti climatici. Per maggiori informazioni/dati, suggerisco:

8. Le proiezioni del clima futuro indicano un continuo riscaldamento, la cui intensità dipenderà dalla concentrazione dei gas serra – Le conoscenze fisiche/chimiche/matematiche che abbiamo del sistema Terra ci dicono che se continuiamo ad emettere gas serra nell’atmosfera, il sistema non può che continuare a riscaldarsi. Proiezioni fatte con modelli numerici disegnati per simulare al meglio i processi fisico/chimici lo confermano. La grandissima maggioranza degli/delle esperti/esperte del settore sono d’accordo con queste affermazioni. Per maggiori informazioni/dati, suggerisco:

9. Le proiezioni del clima futuro sono incerte ma non per questo non dobbiamo agire – Le proiezioni future sono generate utilizzando modelli numerici del sistema Terra, disegnati per simulare al meglio possibile le interazioni tra gli oceani, la terra ferma, l’atmosfera, i ghiacci, sia da un punto di vista fisico che chimico. Non deve quindi sorprendere che le proiezioni future siano espresse in termini di scenari possibili, in termini probabilistici. Noi scienziati continuiamo a lavorare per ridurre il livello di incertezza, cercando di rendere sempre più realistiche le proiezioni degli scenari futuri. Ma nonostante tale lavoro, le proiezioni future avranno sempre una natura probabilistica, e questo è un altro motivo per cui prendere decisioni su come affrontare i cambiamenti climatici è complesso. La gente, i ‘policy e decision makers’, non sono abituati a ragionare in termini probabilistici, a prendere decisioni basandosi su scenari che hanno un livello intrinseco di incertezza. Dobbiamo lavorare assieme per insegnare loro come utilizzare tale informazioni espresse in termini di probabilità, perché’ tali informazioni sono estremamente importanti. Dico questo perché spesso sento dire che visto che le proiezioni future sono incerte, dobbiamo aspettare a prendere decisioni. Tale atteggiamento è fondamentalmente sbagliato. Se dicessi a chi sta per imbarcarsi su un aereo che c'è una probabilità tra l’1% ed il 5% che l’areo abbia un guasto in volo, immagino che molti deciderebbero di non imbarcarsi. Malgrado l’informazione che ho dato sia probabilistica, e quindi incerta, non deterministica, i passeggeri prenderebbero delle decisioni. Dobbiamo seguire lo stesso approccio con i cambiamenti climatici, e decidere come meglio affrontarli anche se le proiezioni future sono incerte. Per maggiori informazioni/dati, suggerisco:

10. Climate change ha un impatto sostanziale sui rapporti inter-generazionali: aspetti di etica, filosofia, morale sono fondamentali – Il problema dei cambiamenti climatici è globale, complesso ed urgente. Risolverlo impone che si prendano decisioni oggi che influenzeranno le generazioni future. Impone essere pronti ad investire una percentuale del budget degli stati (si parla di 1-2% l’anno) per evitare che le generazioni future debbano trovarsi ad affrontare situazioni sempre più complesse ed invivibili. Esperti/e degli aspetti fisici/matematici/chimici devono lavorare con esperti/e degli aspetti sociali, etici, filosofici, politici, per trovare soluzioni possibili. Occorre affrontare il problema inter-disciplinarmente. Questo è il modo in cui il nuovo centro di ricerca delle Scuole Superiori Federate (3CSA) che stiamo creando vuole lavorare. Se riusciamo a coinvolgere le menti delle/gli esperte/i delle tre Scuole Superiori che lavorano in campi diversi e complementari, secondo me riusciamo a proporre nuove soluzioni realistiche e possibili che ci aiuteranno a fare dei passi aventi. Per maggiori informazioni/dati, suggerisco:

(*) Docente di Fisica all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna
 

In copertina: la figura (da Copernicus Climate Change Service / ECMWF) mostra i valori medi delle anomalie di temperatura superficiale sul globale (pannello superiore) e sull’Europa (pannello inferiore). Per ogni anno, ogni valore è calcolato come la media dei 12 mesi centrati sull’anno. L’anomalia è definita come la differenza tra la temperatura media dell’anno, e la temperatura media dei 40 anni dal 1979 al 2019. La scala verticale è in gradi centigradi. La figura mostra che tra il 1980 ed oggi, la temperatura media globale e; salita di circa 1 grado, e la temperatura media dell’Europa di circa 2 gradi.